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Archive for the ‘art’ Category

Dropular è una sorta di Delicious delle immagini e dei video più interessanti trovati nel web e condivisi dai membri di questo media bookmarking. Ce n’è per tutti i gusti: grafica, design, posters, magazine, viaggioni allucinanti… non finiscono piuuù!

(Link) spacca! 🙂

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Questo post è storico, bisognerebbe salvarlo tra i segnalibri: primo perchè sarà il primo ed ultimo (e sottolineo ultimo) a trattare di un progetto di restauro, secondo, perchè sarà il primo ed ultimo (e qui dico: ceeeerto!) a parlare di Berlino!! Le cose da fare sono due: maledirsi per non esser stati a Berlino la settimana scorsa per accedere alle sale fresche di restauro e completamente vuote durante l’apertura straordinaria, e prenotare un volo su eDreams Milano-Berlino ad Ottobre quando sarà completato l’allestimento e ci sarà l’apertura definitiva. Insomma l’ennesima scusa per tornare a Berlino… fatevi la raccolta fotografica pubblicata da “The New York Times”.

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Refunc è uno studio olandese che, attraverso il riutilizzo di materiale di scarto, propone una nuova idea di architettura, arte e design. Non sembrano partire da un disegno, da un progetto, ma da una problematica, da ciò che trovano sul luogo, reinterpretandola con una sorta d’improvvisazione creativa.

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Concepito per una mostra itinerante, Head-in, dello studio berlinese Magma Architecture, è sia allestimento che istallazione per osservare i progetti scelti.

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Ogni anno con Young Architects Program, MoMa e P.S.1 Contemporary Art Center raccolgono le proposte di architetti emergenti per una struttura temporanea esterna alla sede di P.S.1. L’anno scorso vinse l’installazione P.F.1 di WORKac, mentre quest’anno è stato il turno dell’intervento proposto da MOS. Nel link sono raccolti altri progetti partecipanti.

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Christoph Niemann deve esserci proprio rimasto per riuscire a vedere nei mattoncini Lego dei figli alcuni ricordi di New York. Una sorta di Recherche del mattoncino, possibile?!?

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Esattamente ad un anno di distanza dalla prima volta in cui ne parlammo ecco un’intervista a Shepard Fairey autore del poster che è quasi diventato icona, simbolo, marchio di riconoscimento dei sostenitori dell’ormai 44esimo presidente degli Stati Uniti. Che storia!

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In confronto a Little People, quella bionda svampita di Polly Pocket non era altro che una povera cretina che si divideva tra case assurde, saloni di parrucchiera, country club e vacanze improbabili dentro a dei porta pillole dalle forme astruse!! Tutto molto dolcino insomma!! Io intanto, nei lontani anni ’90 (pensi!!), giocavo con il Mighty Max e mi sono fatto delle gran ghigne a vedere le ricostruzioni di “vita quotidiana” con gli omarini di Little People!! Consigliamo di non perdere Quiet Sunday, Bad Road, Nuart Show, Small Gods… ma guardatevili tutti!!

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